Zenzero e Furanodienone: novità per le Malattie Infiammatorie Intestinali
Data Pubblicazione: 06/03/2025
Data modifica: 10/04/2025
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Che lo zenzero avesse proprietà antinfiammatorie era cosa nota, ma oggi sappiamo anche descrivere il meccanismo con cui agisce: un nuovo articolo pubblicato su Nature Communications esplora come un composto presente nello zenzero, chiamato furanodienone, possa ridurre l'infiammazione intestinale.
La scoperta non è solo interessante, ma potrebbe avere ricadute positive nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), tra cui la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, e quindi sulla qualità della vita di chi ne è affetto.
Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali: Un Quadro Generale
Per capire l’impatto potenziale di questa ricerca, dobbiamo fare un passo indietro e approfondire cosa siano le MICI, cioè le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, tra cui troviamo la Colite Ulcerosa e la malattia di Crohn .
Questi disturbi infiammatori cronici colpiscono infatti centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, anche se l’incidenza maggiore è nell’Occidente. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), i sintomi comuni includono:
- dolore addominale
- diarrea persistente
- affaticamento
- perdita di peso
- sangue nelle feci nel caso di Colite Ulcerosa
Le cause delle MICI sono multifattoriali e comprendono:
- una predisposizione genetica
- disfunzioni del sistema immunitario
- alterazioni del microbiota intestinale.
È l’insieme di questi tra fattori a scatenare i sintomi: in particolare, la risposta immunitaria esagerata porta a un’infiammazione cronica che danneggia la mucosa intestinale.
Le terapie attuali mirano a ridurre l’infiammazione, ma spesso hanno effetti collaterali significativi. L’importanza e la novità dello studio su Nature Communications risiede nell’aver individuato un composto naturale, il furanodienone (FDN), capace di modulare l’infiammazione: questa scoperta apre la possibilità di trattamenti mirati e con minori effetti collaterali rispetto alle terapie attuali.
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La Scoperta del Furanodienone: Un Potente Alleato Contro l'Infiammazione Intestinale
Come dicevamo, lo zenzero - una radice originaria dell'Asia, utilizzata da secoli sia in ambito culinario che medico - è noto per le sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e digestive da sempre.
Ciò che è stato approfondito dal team internazionale di ricercatori dell'Università di Toronto è la modalità con cui agisce lo zenzero sul nostro organismo. Semplificando, possiamo dire che è stato appurato che il furanodienone (FDN), elemento presente in abbondanza nello zenzero, si lega selettivamente al Recettore X Pregnano (PXR), coinvolto nella regolazione della risposta infiammatoria nell'intestino. Si è visto anche che l'attivazione di PXR da parte dell'FDN ha portato a una significativa riduzione dell'infiammazione nei modelli murini, sopprimendo la produzione di citochine pro-infiammatorie.
Il Furanodienone è veramente la cura del futuro per le MICI?
Potrebbe: le terapie attuali per le MICI spesso implicano l'uso di farmaci immunosoppressori, che possono avere effetti collaterali significativi e aumentare il rischio di infezioni. Il furanodienone, essendo un composto naturale, offre un profilo di sicurezza potenzialmente migliore; inoltre, la sua azione mirata sul PXR suggerisce una modulazione più precisa della risposta infiammatoria, riducendo il rischio di soppressione immunitaria sistemica. Questa caratteristica potrebbe tradursi in terapie più sicure ed efficaci per i pazienti affetti da MICI e, aspetto da non sottovalutare, anche potenzialmente più economiche.
I risultati sono certamente promettenti, ma sono necessari ulteriori studi clinici per confermare l'efficacia e la sicurezza dell'FDN negli esseri umani.
Si tratta comunque di una scoperta che rappresenta un passo avanti significativo verso terapie mirate e meno invasive per le malattie infiammatorie croniche intestinali: integrando le conoscenze tradizionali sugli effetti benefici dello zenzero con la ricerca scientifica moderna, si apre la strada a trattamenti innovativi che potrebbero migliorare la qualità della vita di molti pazienti.