Come funzionano gli integratori della lattasi

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Data Pubblicazione: 12/11/2024

Data modifica: 10/04/2025

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Immagine di freepik

Ne hai sentito parlare già da un po’: gli integratori di lattasi possono servire a chi è intollerante al lattosio per digerire meglio quei cibi, come i prodotti caseari, che altrimenti non potrebbero mangiare.

Beh, si tratta di una possibilità molto interessante, specialmente per chi non si gusta una mozzarella o un formaggio cremoso da molto tempo, ma attenzione: non è bene usare gli integratori per ogni pasto di ogni giorno perché la gravità dell’intolleranza varia da persona e persona, e gli integratori potrebbero non essere sufficienti a digerire grandi quantità di lattosio. Scopriamo insieme come funzionano e come puoi usarli. 

Quando manca la lattasi: l’intolleranza al lattosio

A cosa servono esattamente gli integratori di lattasi? In poche parole, suppliscono alla mancanza di quell’enzima – la lattasi, appunto – che ha il compito di scindere le molecole di lattosio in due zuccheri semplici, galattosio e glucosio, di modo che siano assorbibili dall’intestino.

Nel caso di chi è intollerante al lattosio, questo rimane indigerito all’interno dell’intestino, dove diventa “cibo” per la flora batterica che lo porta a fermentare: le spiacevoli conseguenze sono meteorismo, dolori addominali e diarrea, ma anche stanchezza generale dell’organismo e un po’ di “nebbia” mentale.

Per capire se davvero si è intolleranti al lattosio (questi sintomi, infatti, potrebbero essere fuorvianti e di sicuro non bastano per esprimere una diagnosi) è necessario effettuare il breath test: si tratta di un esame non invasivo che consiste nella raccolta di campioni di aria espirata, prima e dopo l’ingestione di un bicchiere di lattosio ad orari prestabiliti; in questo modo si verifica l’assorbimento o meno nel lattosio, valutando anche le tempistiche del transito intestinale.

E se sei intollerante, che si fa? I prodotti senza lattosio

Fino a pochi anni fa, non c’erano molte alternative: chi era intollerante al lattosio doveva eliminarlo dalla propria dieta e, se il grado di intolleranza non era troppo grave, avrebbe potuto provare a fare la reintroduzione gradualmente.

Oggi, invece, le possibilità a disposizione sono decisamente maggiori, a partire dagli alimenti senza lattosio, ormai disponibili sul mercato in grande quantità. A questo proposito, è importante sapere che l’indicazione “senza lattosio” sulle confezioni può essere utilizzata solo se rispetta determinati parametri:

  • I prodotti devono presentare un residuo di lattosio inferiore a 0,1 g per 100 g o 100 ml
  • Ancora, tale indicazione deve essere accompagnata anche dall’informazione sulla specifica soglia residua di lattosio con formule come “meno di”
  • Per gli alimenti che non contengono lattosio per come sono realizzati, in etichetta si troverà l’indicazione “naturalmente privo di lattosio” facendo riferimento proprio alla loro produzione.

 

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Cosa sono gli integratori di lattasi?

Altro grande cambiamento per chi soffre di intolleranza al lattosio è stata l’introduzione sul mercato degli integratori di lattasi. Questo ha significato per molte persone la possibilità di uscire di nuovo a cena senza troppe preoccupazioni o, addirittura, di gustarsi cibi che erano diventati “proibiti”.

Oggi in commercio ci sono diversi integratori di lattasi, prodotti da diversi marchi con alcune differenze; punto fermo restano comunque le indicazioni dell’EFSA – Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, per le quali gli integratori di lattasi devono contenere almeno 4.500 unità FCC (Food Chemical Codex) enzimatiche all’interno per potersi definire come tali. Le differenze tra un prodotto e l’altro riguardano:

  • L’origine della lattasi
  • Il contenuto di lattasi per pastiglia/compressa
  • La durata dell’azione della lattasi

Come e quando assumere gli integratori di lattasi?

Rispondere a questa domanda in maniera univoca è davvero difficile; bisogna considerare tre fattori principali:

  1. Quanto è grave la nostra intolleranza, cioè quanta lattasi produce il nostro corpo. È diverso, infatti, definire la giusta dose di lattasi per chi ne è completamente privo e chi invece ne produce ancora in parte
  2. Cosa stiamo per mangiare: fare un banchetto di latticini è molto diverso dal mangiare un risotto mantecato con un formaggio stagionato
  3. Il tempo di rilascio dell’integratore: le compresse masticabili vengono assorbite molto più in fretta di una capsula, che è più resistente agli acidi dello stomaco

In base a questi aspetti, sapremo allora stimare:

  • Se assumere una o più compresse o capsule (sempre secondo le indicazioni del medico)
  • Se assumere l’integratore molto prima del pasto (anche mezz’ora prima) oppure contestualmente a ciò che mangiamo
  • La gravità dell’intolleranza, inoltre, ci farà capire quanto lattosio possiamo ingerire senza soffrire dei soliti sintomi e quante volte nell’arco di una settimana o di un mese possiamo “permetterci” di mangiare cibi che contengono lattosio senza inficiare la nostra salute e il nostro benessere.

Da un lato può essere sconfortante non ricevere un’indicazione univoca; dall’altro, invece, può essere lo stimolo a trovare il giusto dosaggio per sé e la propria unica condizione, magari chiedendo consiglio al proprio medico o a un nutrizionista esperto in intolleranze alimentari, e procedendo anche sulla scorta dell’esperienza personale.